Sette paesi europei hanno deciso di sostenere lo sviluppo nel settore delle batterie destinate alle auto elettriche, con finanziamenti pubblici (da tre miliardi di euro) e privati (da cinque miliardi). L’obiettivo? Provare a colmare il gap con i paesi asiatici, Cina in testa.
L’iniziativa denominata European Battery Alliance, che fa capo ai cosiddetti Important Projects of Common European Interest (IPCEI), ha ricevuto l'autorizzazione della Commissione Europea ai sensi delle regole sugli aiuti di stato e durerà fino al 2031.
A sottoscriverla sono stati il Belgio (che ha chiesto l'autorizzazione a concedere finanziamenti per circa ottanta milioni), la Finlandia (trenta milioni), la Germania (un miliardo e mezzo), la Francia (circa novecento milioni), la Polonia (duecentoquaranta milioni), la Svezia (cinquanta milioni) e l’Italia (cinquecentosettanta milioni).
Sette paesi uniti nell’intento di conquistare maggiori quote in un mercato, quello delle batterie per auto elettriche, che nel 2025 potrebbe raggiungere i duecentocinquanta miliardi di euro, e ridurre così la dipendenza dalle importazioni.
Al momento, infatti, il 51% delle batterie che muovono i veicoli a zero emissioni sono prodotte in Cina, il 21% in Corea del Sud e il 16% in Giappone. L'Europa è attualmente ferma al 2%.
Il progetto sosterrà lo sviluppo di tecnologie altamente innovative e sostenibili per la realizzazione di batterie agli ioni di litio, che hanno una durata maggiore e tempi di ricarica ridotti, oltre a essere più sicure ed ecologiche rispetto a quelle attualmente disponibili.
Non solo, il progetto mira a portare avanti attività di ricerca ambiziose (e rischiose) per implementare tutta la catena del valore delle batterie: dall'estrazione e lavorazione delle materie prime alla produzione di sostanze chimiche avanzate, dalla progettazione dei moduli di batterie alla loro integrazione in sistemi intelligenti, dal riciclaggio al riuso delle batterie usate.
7 gennaio 2020