I numeri parlano da soli: secondo una recente ricerca di Transport&Environment (T&E), nell’ultimo anno la Cina ha investito nella produzione di veicoli elettrici ben 21,7 miliardi di euro, mentre l’UE ha ottenuto solo 3,2 miliardi di euro, sette volte di meno. Numeri da capogiro quelli cinesi, se pensiamo anche che nel 2017 in Cina sono stati venduti più di 770.000 veicoli elettrici, pari a quasi la metà delle vendite in tutto il mondo.

Questa crescita esponenziale del mercato è possibile grazie anche agli investimenti diretti del Governo: a giugno è stato erogato un nuovo fondo da 47 miliardi di dollari, gestito dalla National Development and Reform Commission e dalla China Construction Bank, dedicato interamente alla produzione dei veicoli elettrici, che si aggiunge al finanziamento diretto di Pechino all’e-mobility che negli ultimi 5 anni ha superato i 15 miliardi di dollari.

La lungimirante politica cinese ha varato il “mandato per i veicoli a energia nuova”, che entrerà in vigore da quest’anno e imporrà al settore dell’auto requisiti minimi di produzione di vetture elettriche sul territorio cinese: l'obiettivo del Dragone per il 2020 è di arrivare a circa il 4% dei veicoli venduti a zero emissioni.

L'ambizioso mandato rappresenta un fattore chiave per gli investimenti nei veicoli elettrici, fattore che oggi manca in Europa: nel novembre 2017, la Commissione europea ha stabilito, per la riduzione delle emissioni di CO2 delle auto, obiettivi del 15% per il 2025 e del 30% per il 2030, ma non ha fissato alcun obiettivo significativo sulle vendite di veicoli a zero emissioni.

Tutte le grandi case automobilistiche si stanno muovendo per adeguarsi ai nuovi standard richiesti dalla Cina: Tesla ha recentemente siglato un accordo per la realizzazione del suo primo stabilimento a Shanghai (l’obiettivo di Elon Musk è di raggiungere la produzione di 500.000 veicoli l’anno), Volkswagen ha dichiarato che tale politica “si adatta perfettamente alla nostra tabella di marcia per i veicoli elettrici annunciata di recente”, e BMW ha annunciato che produrrà la sua nuova Mini elettrica in Cina.

Oltre ai colossi c’è anche una nuova realtà nata da poco con grandi ambizioni, rivolte soprattutto al mercato interno: si chiama NIO ed è partecipata da campioni nazionali del calibro di Alibaba. Grazie al modello industriale cinese, NIO può beneficiare delle ultime tecnologie di assistenza alla guida ma anche di integrazione con i servizi digitali rivolti al consumer. Un esempio? Proprio Alibaba ha previsto l’opzione di consegna dei pacchi nei bagagliai delle auto NIO la cui apertura sarà resa possibile al fattorino del gigante di e-commerce tramite una chiave digitale. Il primo modello commerciale di NIO è un Suv, ovviamente elettrico, con un doppio motore che permette di passare da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi e un’autonomia di 350 km. NIO ha già annunciato che si quoterà in borsa negli USA, per quella che si prevede essere la più grande quotazione cinese negli Stati Uniti (guarda caso dopo Alibaba).

Leggi il rapporto Transport&Environment (T&E).

 

27 luglio 2018