Per quasi un secolo le cabine telefoniche sono state un simbolo dell’arredo urbano. Ma in un’era in cui attraverso gli smartphone è possibile non solo chiamare ma anche leggere i giornali e ordinare pasti a domicilio, una loro progressiva dismissione – dal 2000 in poi al ritmo di circa trentamila all’anno – era pressoché inevitabile. A meno che non si pensasse a reinventarle. 

In piena economia circolare, infatti, c’è sempre qualcuno pronto a riqualificare le infrastrutture cadute in disuso. Li chiamano sleeping asset, patrimoni dormienti, che vengono “svegliati” o meglio, rimessi in funzione, con nuove opportunità di profitto e sostenibilità.

L’intuizione in questo caso arriva da Deutsche Telekom, colosso tedesco delle telecomunicazioni che, consapevole dell’ormai scarso utilizzo delle proprie cabine, lo scorso novembre ha deciso di avviare un piano per convertirle in colonnine di ricarica per auto elettriche. 

Sfruttando la preesistente struttura di cablature tra le città di Bonn e Darmstadt, Deutsche Telekom punta a trasformare le attuali cabine in infrastrutture in grado di ricaricare simultaneamente fino a due veicoli elettrici con una potenza di 11 kW. Oltre alle postazioni Telekom già dotate di alimentazione a media tensione – che verranno gradualmente aggiornate a stazioni di ricarica veloci – saranno utilizzati principalmente i distributori di cavi impiegati per le connessioni di rete fissa.

In questo modo, utilizzando il posizionamento delle attuali cabine si riuscirebbe a sviluppare una rete capillare di punti di ricarica, soprattutto nelle aree residenziali, con un buon ritorno economico per l’azienda. Senza contare l’elemento innovazione: l’intervento dell’azienda tedesca in un settore così lontano dal suo normale raggio d’azione fa infatti capire quanto stia diventando centrale il tema della mobilità elettrica anche per soggetti economici tradizionalmente estranei a questo settore.

27 dicembre 2018