Mobilità elettrica e home working: ora anche una ricerca scientifica, condotta da Cnr-Isti e Università Sapienza di Roma nelle città di Firenze, Roma e Londra e pubblicata su Nature Sustainability, attesta come in ambito urbano il lavoro da casa combinato con l’uso di mezzi elettrici possa ridurre sensibilmente le emissioni.
Secondo lo studio, trasformando solo l’1% dei veicoli più inquinanti in elettrici, la riduzione delle emissioni sarebbe pari a quella ottenuta convertendo in elettrico il 10% di veicoli scelti casualmente.
La qualità dell’aria nelle aree urbane, infatti dipende da diversi fattori, ed è variabile nello spazio e nel tempo, così come varia l’impatto a seconda dell’auto utilizzata o della strada percorsa, perché alcune strade delle città sono più inquinate di altre.
In città come Roma, Firenze e Londra, il 10% delle strade più inquinate può arrivare ad “ospitare” quasi il 60% delle emissioni da veicoli di tutta la città, e il 10% dei veicoli più inquinanti può arrivare ad essere responsabile per più della metà delle emissioni. In poche parole, sottolineano i ricercatori, misure come le “targhe alterne”, usate fino a pochi anni fa, sono molto meno efficaci di politiche mirate, come limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti, o incentivi all’elettrico per chi inquina di più.
Seconda parte della ricetta, l’home working. Uno stile di vita e lavoro che permette di evitare i viaggi sistematici casa-lavoro di parte della popolazione è virtuoso in termini di emissioni, perché, sottolineano i ricercatori, chi si sposta in auto in modo più prevedibile (come appunto nel tragitto casa-lavoro), è responsabile di una maggiore fetta di emissioni di chi ha abitudini di mobilità più imprevedibili.
7 settembre 2022