L’inquinamento non è aumentato, ma le città italiane restano ancorate a una mobilità ancora troppo legata all’uso dell’auto privata e ancora troppo poco sulla mobilità sostenibile e condivisa: lo sottolinea il rapporto MobilitAria 2024 presentato da Kyoto Club e dall'Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR, che ogni anno fa il punto ogni anno sulla qualità dell’aria nelle 14 città metropolitane italiane, sull’evoluzione della mobilità e le misure per promuovere la mobilità sostenibile.
Partiamo dalle buone notizie: il rapporto rileva come nel 2023 non ci siano stati aumenti dello smog nelle città metropolitane italiane; non sono cresciuti quindi i valori di biossido di azoto, e sono diminuite le concentrazioni di polveri sottili Pm10 e Pm2,5. Se si valuta però l’impatto sulla salute, sono ancora molte in Italia le morti premature e gli anni di vita persi associati all’inquinamento atmosferico.
Per quanto riguarda la mobilità urbana, punto chiave per la riduzione delle emissioni, nel 2023 l’andamento degli spostamenti nelle principali città italiane è tornato alla situazione pre-pandemia: la mobilità è ripresa, l’auto è rimasta protagonista e il tasso di motorizzazione, tra i più alti dell’Unione Europea, è ulteriormente aumentato. Come sta invece la mobilità sostenibile? MobilitAria misura lo stato della mobilità sostenibile valutando la “distanza” delle 18 città monitorate dall’obiettivo di decarbonizzazione e vivibilità urbana definito dall’Unione Europea per il 2030, elaborando un indice sintetico basato su diversi aspetti: trasporto pubblico non inquinante, mobilità ciclabile, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione, elettrificazione delle auto private, impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico, sicurezza stradale. Emerge un numero per ognuna delle 18 città, che mostra la distanza tra la situazione odierna e il target 2030: in questa “classifica” Milano e Firenze si avvicinano di più agli obiettivi, mentre fanalino di coda è Reggio Calabria, con un grave deficit di mobilità sostenibile.
Venendo agli obiettivi di mobilità ciclabile (calcolati in base ai km di piste ciclabili per 10mila abitanti), le città meno distanti dagli obiettivi europei sono Padova e Parma, le peggiori Catania e Napoli; prendendo in considerazione invece i punti ricarica per veicoli elettrici, i centri meno distanti dai target UE, quindi con più strumenti di ricarica per numero di abitanti, sono Firenze, Bergamo e Genova; maggior divario rispetto agli obiettivi invece per Venezia, Napoli e Palermo.
Il Rapporto presenta anche alcune proposte per ridurre le emissioni da traffico in città e incentivare la mobilità sostenibile: dall’adozione di zone a basse emissioni che limitino la circolazione di veicoli inquinanti, all’aumento dei fondi per potenziare il trasporto pubblico; dall’introduzione delle “Città a 30 all’ora” per tutelare pedoni e ciclisti – sulla falsariga della decisione del Comune di Bologna, prima grande città italiana a sperimentare un limite generalizzato di 30km/h sulle strade urbane – alla modifica della Riforma del Codice della Strada per permettere a un maggior numero di persone di utilizzare in sicurezza mezzi di micromobilità sostenibile.
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28 giugno 2024