Immaginate un’auto elettrica che ronza sommessamente lungo una strada del centro mentre, di tanto in tanto, pedoni e altri automobilisti si fermano a fissare i ricchi proprietari all'interno. L’auto in questione costa circa quattro volte di più rispetto a un mezzo a benzina, ma il suo design e le sue prestazioni contribuiscono ad alimentare lunghe liste d’attesa per acquistarla. Questa scena potrebbe tranquillamente essere ambientata nella Silicon Valley dei nostri giorni, ma non è così. All’inizio del XX secolo negli Stati Uniti l'auto elettrica era la merce più gettonata tra gli esponenti dell’alta società, contesa e ricercata da tutti gli uomini d’affari dell’epoca.
Se pensate dunque che le e-car siano i veicoli del futuro, beh… in realtà vi sbagliate: in passato erano un vero e proprio status symbol! Durante i primi anni dell’Era dell’Automotive - dal 1896 al 1930 - negli Stati Uniti erano attivi oltre 1.800 costruttori. Già nel 1900 l’e-mobility era così in voga che la città di New York aveva una sua flotta di taxi elettrici, mentre le auto a zero emissioni rappresentavano un terzo di tutti i veicoli circolanti su strada. Ma perché piacevano così tanto? Innanzitutto per le performance, di gran lunga migliori rispetto ai corrispettivi a gas. Per non parlare dell’assenza di rumori, odori e vibrazioni (che tuttora si riscontrano nelle auto a benzina). Da qui è facile intuire il target presso cui divennero maggiormente popolari: le donne più distinte ed eleganti dell’alta società americana!
Proprio come ai giorni nostri, uno degli aspetti chiave della mobilità elettrica era la ricarica del veicolo. Dal 1910 i proprietari cominciarono a installare le stazioni all’interno della loro proprietà, mentre nelle città sorsero progressivamente diverse officine che, oltre a offrire servizi di riparazione, consentivano la ricarica del mezzo durante la notte.
Piccola curiosità per i più appassionati: uno dei produttori di e-car più eccentrici e interessanti dell’epoca era Oliver P. Fritchle, un chimico e ingegnere elettrico di Denver, Colorado, che un bel giorno decise che, da autodidatta, avrebbe costruito la migliore auto elettrica del mondo. Nel 1908 mise a punto una batteria talmente potente, che avrebbe permesso a una macchina di percorrere 150 chilometri con una singola carica. A quei tempi tutti conoscevano il modello Fritchle - prezzo: dai 2.000 dollari in su - tanto che da Denver fino a New York le sue auto dal soffitto alto dominavano incontrastate ed erano le preferite dalle celebrità.
La produzione di auto elettriche raggiunse il suo picco nel 1912. Ma quando Henry Ford introdusse la Model T prodotta in serie e alimentata a benzina, diede un colpo mortale al mercato dell’elettrico. Innanzitutto per la differenza di prezzo: 650 dollari contro 1.750. Poi, per una questione di performance: i conducenti desideravano veicoli che potessero andare il più lontano possibile. Infine, la scoperta del petrolio greggio in Texas ridusse ulteriormente il prezzo della benzina, rendendo sia la proprietà che la manutenzione più convenienti per il consumatore medio. Dal 1935 in poi, le auto elettriche scomparvero completamente dalla strada.
Da un po’ di anni a questa parte il panorama sta progressivamente cambiando. Ma trascinati dall’entusiasmo di abbracciare questa nuova ondata di elettricità, è facile dimenticare che i moderni veicoli elettrici di oggi affondano le loro radici nel lusso americano dei primi del ‘900. Insomma, le auto elettriche potrebbero diventare nuovamente mainstream, ma hanno già fatto un bel po’ di strada!
2 ottobre 2018