Intelligenti, digitali, “smart”, ma anche vivibili, attente ai cittadini, “umane”: in una parola, “smart human”. Così si presenta la città dei desideri, capace di unire digitale e umano, centralità delle persone e sostenibilità ambientale, efficienza di servizi e piattaforme che semplifichino la vita. L’obiettivo di chi vi abita? Avere più spazio per affetti, interessi, lavoro e attività personali. Spazi, insomma, sempre più disegnati a misura di singolo cittadino.
È quanto emerge da un’indagine realizzata dalla società di consulenza EY, in collaborazione con SWG, su un campione di circa 1.200 residenti in città italiane capoluogo di provincia, sulla vivibilità delle città e i cambiamenti attraversati dalle aree urbane e i desideri dei cittadini per l’immediato futuro.
Secondo l’indagine, i cittadini italiani promuovono i capoluoghi in termini di vivibilità, valutando positivamente la diffusione dei servizi pubblici (voto medio 6,6 in una scala da 1 a 10), la bellezza degli spazi (6,6) e la qualità dell’offerta culturale (6,4). Sotto la sufficienza, invece, la qualità dell’ambiente e dell’aria (5,8) e la presenza di spazi di aggregazione (5,8). Il dato medio è positivo anche per la vivibilità delle città, fatta eccezione per l’inclusione (5,9), la sostenibilità ambientale (5,6) e la capacità di mostrare segni di crescita (5,5).
Un ruolo chiave è attribuito alle amministrazioni locali: la metà degli intervistati, infatti, ne valuta positivamente la capacità di prendersi cura della città e dei suoi spazi. Nello specifico, per il 51% del campione le amministrazioni comunali sono un soggetto chiave per migliorare la città, seguite però dai singoli cittadini (23%), che possono giocare un ruolo importante per rendere i centri urbani più smart e vivibili. Non trascurabile il contributo delle associazioni di cittadini (12%) e delle imprese del territorio (11%). Le città “smart human”, quindi, sono il risultato di un gioco di squadra.
Tra i servizi più desiderati, ma ancora non presenti nei capoluoghi italiani: sistemi pubblici per produrre energia rinnovabile (il 62% degli intervistati afferma che nella propria città non è presente ma sarebbe importante averlo), sistemi di illuminazione smart per il risparmio energetico (61%), pannelli informativi su traffico, attività culturali ed eventi (50%). I cittadini desiderano sempre più servizi comunali accessibili online (8,2 in una scala da 1 a 10), preferiti a quelli di sportello anche nel caso del modello “città dei 15 minuti”, in cui l’ufficio di riferimento fosse posto entro 15 minuti dalla propria abitazione (7,3).
Per i cittadini, nelle città “smart human” dovrà essere centrale il tema dell’inclusione in diversi ambiti e su cui, in generale, resta ancora da fare, : l’88% punterebbe su servizi per famiglie e persone in difficoltà, l’86% ritiene importante l’inclusione degli strati più deboli nel mercato del lavoro e la promozione dell'imprenditoria giovanile, l’84% la possibilità di partecipare ai processi decisionali e alle scelte sul futuro della città.
EY ha affrontato il tema delle “Smart Human Cities” e presentato la classifica delle migliori città italiane “smart human” anche in una ricerca dello scorso giugno, trovate i risultati qui.
20 gennaio 2023