Quanto è davvero sostenibile il settore del turismo enogastronomico, sempre più gettonato nel nostro Paese? E come si conciliano i numeri in crescita con il rischio di overtourism, l’eccesso di turisti in località ed ecosistemi fragili?
Il rapporto “Turismo Enogastronomico e Sostenibilità” a cura di Roberta Garibaldi, professoressa di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e VicePresidente del Comitato Turismo dell’OCSE, approfondisce le principali tendenze del settore. Ecco i dieci trend principali evidenziati nel rapporto:
- Aumentano le diseguaglianze. Nell’estate 2023 è cresciuta la presenza di turisti internazionali in Italia, ma sono calati i turisti italiani. Secondo il rapporto, la classe media con stipendi accettabili continua ad andare in vacanza, sia in Italia che all’estero, mentre chi ha un reddito inferiore o è disoccupato rinuncia ai viaggi.
- Opportunità per le aree rurali.il turismo enogastronomico muove i visitatori verso aree rurali di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane e rurali si crea valore economico, sociale e culturale. Come? Con piani integrati di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali e itinerari tra i borghi minori.
- Tutela attraverso il turismo. Il turismo porta benefici ai processi di tutela e valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano. Secondo il rapporto di Roberta Garibaldi, servono azioni di tutela del paesaggio e valorizzazione di artigiani e luoghi storici del gusto: più di 1 italiano su 3 li ha visitati durante i propri viaggi.
- Dimensione educativa/trasformativa. L’esperienza turistica enogastronomica può fornire indicazioni per migliorare le proprie abitudini e ritrovare il benessere psico-fisico, abbinando la scoperta dell’enogastronomia locale ad attività sportive leggere (come tour a piedi e in bicicletta tra vigneti e uliveti).
- Cambiamenti climatici.Per affrontare questo problema globale, bisogna dare risposte locali. Il turismo enogastronomico può essere una soluzione, perché può combinare forme “slow” di scoperta ed esperienza del territorio con pratiche agricole sostenibili.
- Minor attenzione a comportamenti sostenibili.Tasto dolente, il turista italiano mostra un calo di attenzione verso il rispetto dell’ambiente e il contenimento degli sprechi. Il 65% (76% nel 2021) dichiara di evitare sprechi di cibo in hotel e nei ristoranti, il 54% (vs il 75%) di essere rispettoso dell'ambiente, il 27% (vs il 51%,) di usare mezzi pubblici o bici per muoversi. Bisogna informare i turisti, supportandoli in scelte più sostenibili.
- I desideri dei turisti: prodotti locali e attenzione all’ambiente.La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica: per il 75% degli intervistati nello studio, degustazioni e pasti a base di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Seguono sistemi di raccolta differenziata (73%), risparmio idrico (66%), energia rinnovabile (66%), e altre pratiche sostenibili delle strutture.
- Nella scelta della meta la sostenibilità è essenziale.Importanti, soprattutto, la possibilità di raggiungere le strutture con mezzi poco impattanti e muoversi in loco con biciclette.
- Comunicare la sostenibilità. L’essere sostenibili deve essere mostrato e comunicato ai propri clienti, fornitori, agli operatori del territorio e alla comunità locale perché diventi valore aggiunto.
- E le aziende? Le imprese devono impegnarsi per trasformare la sostenibilità in valore aggiunto. Come? Rivolgendosi a consulenti del settore, scegliendo la certificazione da ottenere, partecipare ad uno dei molti bandi esistenti che possono abbattere i costi.
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Di turismo enogastronomico si parlerà con Roberta Garibaldi anche al prossimo TTG – Travel Experience di Rimini, il prossimo 11 ottobre. Trovi i dettagli qui.
3 ottobre 2023