Da Roma a Milano in mezz’ora: sembra fantascienza, invece potrebbe essere presto realtà. Merito di TransPod, azienda canadese che progetta mezzi supersonici a zero emissioni grazie a un design mutuato dal settore aerospaziale: capsule capaci di trasportare persone e merci alla velocità supersonica di 1.000 km all’ora. Una rivoluzione per il nostro modo di muoverci, ma anche di progettare e vivere le città, di impiegare il tempo, di relazionarci con le persone, come ci ha spiegato Ryan Janzen, il fondatore di TransPod, ospite a Milano per il ciclo di incontri Around Mobility organizzati da MEET e Fondazione Bassetti in partnership con Repower.

 

Cos’è TransPod?

È un sistema che permette di spostare persone e merci da una città all’altra a una velocità di circa 1.000 km all’ora, su veicoli somiglianti alla fusoliera di un aereo, che funzionano in modo simile ai treni e grazie all’elettricità. I mezzi Transpod si muovono in grossi tubi a bassa pressione che collegano le diverse stazioni, come fosse una metropolitana.

 

Come cambierà il modo di viaggiare e di muoversi?

TransPod può facilitare i rapporti tra persone che vivono in città diverse. Certo, Internet e la tecnologia ci permettono di comunicare senza incontrarci, ma anche nel mondo del lavoro l’incontro faccia a faccia permette di scambiarsi meglio idee e di collaborare: è benefico e importante per l’innovazione.

 

Quali vantaggi porterà in termini di sostenibilità?

Transpod viaggia a zero emissioni, perché è alimentato da elettricità e non utilizza combustibili fossili al contrario dei mezzi su gomma e degli aerei. Per questo può essere un valido sostituto dell’aereo nel corto raggio, quello che paradossalmente inquina di più perché il maggior dispendio di carburante si ha all’inizio del volo, durante la salita: i voli brevi, quindi in proporzione alla distanza percorsa sono più inquinanti rispetto a quelli intercontinentali.

 

Quali tecnologie stanno cambiando la mobilità? E come la mobilità elettrica si colloca in questo scenario?

È un’epoca di grandi innovazioni sul fronte della mobilità, basti pensare alle auto a guida autonoma. Ma queste sono soluzioni “software”: usano un’infrastruttura esistente - l’auto - in modo nuovo. Serve un nuovo “hardware”: un’infrastruttura innovativa che permetta alle persone di muoversi in un’epoca in cui le strade sono congestionate, i mezzi inquinanti e il tempo a disposizione è poco. Questa è TransPod. E in questo contesto la mobilità elettrica sarà determinante per la mobilità del futuro.

 

Mobilità, innovazione e società: tre ambiti sempre più interdipendenti, come vedi questo rapporto?

Abbiamo grandi sfide davanti e bisogna pensare in grande nel progettare e pensare la mobilità, proprio perché il nostro modo di muoverci e il nostro modo di comunicare, lavorare, collaborare, avere relazioni interpersonali sono strettamente connessi.