Sostenibilità, perché è un progetto per ridare valore economico alle batterie dismesse delle auto elettriche; innovazione, perché cerca di risolvere i problemi di oggi con le soluzioni di domani; futuro, perché sono un gruppo di ragazzi con lo sguardo rivolto verso il domani. Ecco in tre parole Remodule, la start up vincitrice del Premio Repower per l’Innovazione 2020, nell’ambito del Premio Gaetano Marzotto. Curiosi di conoscere il loro progetto? Ne abbiamo parlato con il CFO di Remodule Antonino Andreacchio in questa intervista.
Come è nata la vostra idea?
Si è sviluppata all’interno del progetto “TACC – Training for automotive companies creation”, percorso d’imprenditorialità unico all’interno del panorama universitario italiano che stimola studenti di laurea magistrale a mettersi in gioco per generare idee innovative in ambito automotive. Remodule è nata grazie alla passione di noi cinque studenti cofondatori, provenienti da percorsi di laurea in ambito ingegneristico ed economico. Dall’ idea si è poi sviluppata una vera e propria soluzione di business, grazie al supporto di professori e mentors.
Come funziona la vostra tecnologia?
La nostra soluzione prevede il recupero dei pacchi batterie dismessi dai veicoli ibridi ed elettrici. Procediamo poi con il loro disassemblaggio per estrarne il componente fondamentale: le celle. Con la nostra tecnologia di testing proprietaria riconferiamo valore a ciascuna cella, certificandone lo stato attuale e la vita futura che possono ancora assicurare. La soluzione che abbiamo sviluppato è sia hardware che software: da un lato abbiamo progettato una scheda elettronica rigenerativa, in grado di mettere alla prova le singole celle e monitorarne le prestazioni. Dall’altro lato una serie di algoritmi, sviluppati internamente, permette di ricavare i parametri necessari alla certificazione finale.
Tra le motivazioni della vittoria del Premio Repower, c’è anche la sostenibilità economica della vostra iniziativa: quanto è importante questo aspetto nella promozione di una concreta economia circolare, e quali i vantaggi che offrite agli attori della filiera?
La sostenibilità ambientale e quella economica sono i pilastri del progetto Remodule. Per concretizzare la nostra visione, ovvero riutilizzare le celle provenienti dal settore automotive, è fondamentale assegnare un valore economico ad ogni singola cella testata. Il cruciale passaggio da “rifiuto” a “prodotto” delle celle, alle quali troviamo un nuovo collocamento sul mercato, ci permette di dare solidità economica al progetto, e di aiutare i nostri clienti, produttori di accumulatori stazionari, a ridurre drasticamente il costo di fornitura di celle di qualità. Inoltre, offriamo alle case automobilistiche l’opportunità di risparmiare i gravosi costi di smaltimento del componente più tecnologico dei veicoli, il pacco batterie.
Quali possono essere secondo voi altri strumenti per incentivare la mobilità elettrica su larga scala?
Potenziare la rete delle stazioni di ricarica deve essere una priorità, insieme a un grande lavoro di divulgazione sui benefici ambientali della mobilità elettrica.
Cosa vi aspettate dal percorso con Repower?
Siamo entusiasti di questa opportunità, non vediamo l’ora di iniziare a lavorare insieme. Il percorso che Repower ci offre rappresenta sicuramente una ulteriore spinta per noi, e uno stimolo per accelerare lo sviluppo del progetto grazie alle competenze ed esperienza delle persone che ci affiancheranno. In particolare, crediamo che questa sia l’occasione per sviluppare aspetti su cui abbiamo ampi margini di miglioramento, come la comunicazione e il marketing.
Credete che la formula del percorso di mentoring, proposta dal Premio Marzotto e applicata con Repower nel vostro caso, possa essere il modo giusto per accelerare lo sviluppo delle start up?
Dall’affiancamento nell’ambito del progetto TACC abbiamo imparato l’importanza di poter contare sul supporto di chi conosce a fondo il mondo dell’impresa e dell’innovazione. La scelta di Repower di offrire supporto e non denaro rappresenta per noi il modo migliore di costruire valore per poterlo poi restituire.
Come vedete la vostra start up tra dieci anni?
Puntiamo a diventare una realtà consolidata sul mercato, capace di portare vantaggi ai nostri partners e alla comunità. Per questo, oggi ci concentriamo sul prossimo futuro continuando il perfezionamento del progetto, spinti dalla nostra voglia di innovare e contribuire alla sostenibilità della società in cui viviamo.