L’auto elettrica si prefigura come l’alternativa sostenibile alla mobilità tradizionale. Ma i limiti alla diffusione di questa tecnologia esistono e sono principalmente:

  • la limitata autonomia e gli alti costi delle batterie dei veicoli
  • l’elevato costo dei veicoli elettrici
  • la scarsa capillarità delle infrastrutture di ricarica

Tuttavia sono previste importanti novità che porteranno a un netto cambio di rotta.

Batterie alla riscossa
Le case automobilistiche e i centri di ricerca lavorano oggi sull’elettrochimica per ottimizzare la densità energetica specifica degli accumulatori - cioè i chilowattora elettrici accumulabili sul peso del pacco batterie. E se le soluzioni tecnologiche alla limitata autonomia delle batterie sono ancora in fase di studio, la futura diffusione delle infrastrutture di ricarica ridurrà comunque gli effetti di questo limite.

Entro il 2020 ci si aspetta poi una notevole diminuzione dei costi degli accumulatori. Nel 2015 il prezzo delle batterie agli ioni di litio era sceso a 350$/kWh – già inferiore del 65% rispetto al 2010! – nel 2030 si arriverà a un costo minore di 120$/kWh*.

La soluzione agli alt(r)i costi
Centrali saranno le politiche commerciali delle case automobilistiche: le proiezioni mostrano un prezzo medio dei veicoli elettrici ad alta percorrenza che nel 2040 scenderà sotto i 22.000$, mentre già per i prossimi anni alcuni marchi hanno in calendario la messa in vendita di modelli nella fascia dei 30.000$*.

All’Europa spetterà un ruolo da protagonista nel futuro sviluppo dell’auto elettrica, in parte già “presentito” dall’obiettivo posto dal parlamento europeo di riduzione delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture a 95g/km entro il 2020. Fondamentali saranno quindi gli incentivi ecologici, già implementati in diversi stati europei. Per esempio in Danimarca, dove è prevista l’esenzione della tassa di registrazione e della tassa periodica annuale per i possessori di auto elettriche. O in Francia, dove è stato introdotto uno schema assicurativo con un “super bonus” legato all’acquisto di un’auto elettrica contestuale alla demolizione di una vecchia auto a benzina o diesel.

Piccole colonnine di ricarica crescono
In Italia le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici installate sono già in rapida crescita. I dati CIVES a gennaio 2017 contano:  

  • 2.000 punti ubicati in aree pubbliche
  • 400 punti pubblici dedicati solo ai veicoli di categoria L (ciclomotori, motocicli, quadricicli)
  • 140 Tesla Supercharger
  • 70 fast charging solution (Nissan, ABB, SCAME)
  • circa 7.800 punti in aree private, di cui 2.100 accessibili al pubblico (hotel, centri commerciali, garage, ecc.)

Ed entro il 2030 si prevede un consistente aumento delle stazioni di ricarica ultraveloci – 130.000 sulle strade italiane (LaPresse). Proprio il 2030 è il limite fissato dall’UE a tutti gli Stati membri per garantire la copertura dei nodi urbani ed extraurbani con un numero adeguato di stazioni di ricarica.

E-mobility in prospettiva
Con uno studio pubblicato il 26 febbraio 2016, Bloomberg New Energy Finance conferma una previsione di crescita esponenziale della mobilità elettrica: l’azienda di dati prevede che, con la riduzione dei prezzi delle batterie, negli anni 20 in molti Paesi le auto elettriche saranno più economiche di quelle a benzina e diesel.

Se oggi nel mondo sono stati venduti 1,3 milioni di veicoli elettrici con un parco circolante pari a meno dell’1% del totale, si prevede che nel 2040 le auto elettriche vendute saranno 41 milioni: un quarto del parco circolante sarà a trazione elettrica*.
 

*dati Bloomberg New Energy Finance (Bnef)

13 giugno 2018