Era il 1964 quando Ernesto Olivero (foto) fondò a Torino il Sermig (Servizio Missionario Giovani), insieme a un gruppo di giovani decisi ad aiutare i più poveri, contrastare le disuguaglianze e promuovere sviluppo sociale.
Il 2 agosto 1983, il gruppo entra per la prima volta nel vecchio Arsenale militare della Città, usato per fabbricare armi sin dal Risorgimento. Riconvertito grazie all’aiuto di migliaia di persone, oggi l’Arsenale della Pace è il cuore delle attività di Sermig, una delle realtà sociali più importanti del mondo, presente con i suoi progetti in Italia e molti altri Paesi, dal Libano al Brasile, dall’Iraq al Bangladesh.
All’attenzione per la sostenibilità sociale, negli anni si è aggiunto l’impegno per la riduzione dell’impatto ambientale: per questo Sermig si è affidata a Repower, che ha installato BITTA, stazione di ricarica per veicoli elettrici, e fornisce all’organizzazione energia pulita attraverso Scelta Verde Dentro che certifica l’utilizzo di energia rinnovabile al 100% con la garanzia del marchio internazionale TÜV SÜD. Antonio Tondo di Sermig ci ha raccontato la loro visione della sostenibilità.
Cos’è ora Sermig?
Sermig continua a svolgere la sua opera di solidarietà nei suoi tre Arsenali - oltre a quello torinese, l’Arsenale della Speranza in Brasile e l’Arsenale dell’Incontro in Giordania – a beneficio di anziani, poveri, donne e bambini. Offriamo rifugio per la notte, pasti, cure sanitarie, sostegno psicologico. Nel corso degli anni abbiamo attivato più di 3.000 progetti di solidarietà, e svolto 70 missioni in teatri di guerra.
Cosa significa per voi sostenibilità?
Rispetto al concetto attuale di sostenibilità che tiene conto della dimensione ambientale, economica e sociale, per Sermig sostenibilità significa dare alloggio, cibo, vestiti, assistenza medica, quindi dignità e speranza a tutte le persone, portatrici di bisogni diversi, che bussano ogni giorno alla nostra porta.
Quali sono i vantaggi della vostra collaborazione con Repower?
L’energia di Repower ci permette di cucinare, curare le persone e spostarci, consentendoci di accogliere le persone in necessità che si rivolgono a noi.
27 novembre 2020