febbraio 2024
La crescita è importante, ma siamo ancora lontani dalla media europea. È possibile descrivere con poche parole la situazione delle infrastrutture di ricarica nel nostro Paese, dove sono collocate poco più di 50mila colonnine (dati Motus-E), di cui oltre 13mila installate nel 2023 (+38% sul 2022). Di queste 50mila, il 69% si trova su suolo pubblico, mentre il restante 31% è collocato in spazi privati a uso pubblico, ad esempio nei parcheggi dei centri commerciali.
E nel resto del mondo cosa succede? Se nel mercato dei punti di ricarica l’Europa è senz’altro fra i protagonisti, con i suoi 460mila “slow charger” ad accesso pubblico (Olanda, Francia e Spagna i Paesi più attrezzati), è la Cina il vero gigante del settore, con oltre un milione di punti in corrente alternata fino a 22kW. Non stupisce che gli Stati Uniti, dove si ragiona su distanze importanti e il costo del carburante non rappresenta una criticità, lo sviluppo della rete di strutture di ricarica abbia segnato un modesto +9% di crescita nell’ultimo anno. Diversamente da quanto è accaduto nello stesso periodo in Corea del Sud, dove i punti di rifornimento BEV e PHEV sono addirittura raddoppiati.
Quasi come è accaduto, a sorpresa per gli osservatori meno esperti, in Campania: questa regione durante lo scorso anno ha registrato un tasso di nuove installazioni pari al +347%, con quasi 2700 nuove strutture. Il primato di regione più “ricaricabile” resta la Lombardia, con oltre 9mila punti di rifornimento e il 19% del totale nazionale delle strutture, e in generale una maggiore possibilità di ricariche è concentrata nelle regioni del Nord (58% delle strutture), seguita a distanza da quelle del Centro (22%) e del Sud (20%). Scenario questo che rende il “caso” campano ancora più eclatante.