febbraio 2024

 

Di Comunità energetiche rinnovabili si parla ormai da diverso tempo (e in termini universalmente positivi), ma adesso, in seguito alla pubblicazione del “Decreto CER” lo scorso 24 gennaio, sono diventate una realtà. Facciamo un passo indietro per capire di cosa si tratta. 

 

Una CER è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali  che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti  nella disponibilità di uno o più soggetti associati. L’obiettivo di queste aggregazioni è fornire benefici ambientali, economici e sociali a chi ne fa parte e ai territori di riferimento attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile. 

 

Per sostenerne la diffusione, il decreto ha previsto due tipi incentivi, tra loro cumulabili:

  1. una tariffa incentivante sull’energia riconosciuta dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) per 20 anni;
  2. un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), di circa 8 €/MWh.

Inoltre, l’energia prodotta, ma non autoconsumata, resta nella disponibilità dei produttori ed è valorizzata a condizioni di mercato. Infine, solo per le CER localizzate in piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, con fondi del PNRR. 

 

Nei prossimi giorni il GSE, soggetto incaricato della gestione del provvedimento, diffonderà linee guida e regolamenti per la costituzione delle Comunità energetiche, oltre alle regole operative per disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Le CER favoriranno lo sviluppo di 5GW complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile, un passo in avanti verso la transizione energetica. Contemporaneamente, provvedimenti di questo tipo sono in grado di cambiare il paradigma della fornitura di energia che smette di essere verticale e lineare - dal fornitore al cliente - e diventa circolare e condiviso.