gennaio 2023
Rendere le città dei luoghi sostenibili è diventata negli ultimi anni una delle istanze più sentite a livello globale, soprattutto perché il numero delle persone che sceglie una vita urbana è in costante aumento: nel 2030 il 70% delle persone vivrà in città (dati Archiworld Network).
In questo scenario di concentrazione urbana, aumentano anche le ipotesi, i progetti e le soluzioni per migliorare la vita nelle città, alla luce delle esigenze contemporanee di tutela ambientale e mobilità green. Fra questi, l’urbanistica tattica, denominazione mutuata dall’inglese “Tactical Urbanism”. Si tratta di un insieme di azioni, strategie e politiche che mirano a trasformare gli spazi pubblici per renderli più fruibili e piacevoli per i cittadini. Sotto il cappello dell’urbanistica tattica rientrano sicuramente progetti voluti dalle amministrazioni locali e realizzati dagli addetti ai lavori, ma anche azioni spontanee “dal basso”, generate da una sorta di inventiva diffusa, volta a soddisfare esigenze e bisogni della collettività. Spesso le azioni di urbanistica tattica sono un mix di questi due processi e sono sperimentali, reversibili, low cost, con una marcata impronta sociale, una forte valenza comunicativa e spesso caratterizzate da un divertente uso del colore. Si va dalla posa di panchine, rastrelliere, fioriere e tavoli da ping pong alla riduzione dello spazio riservato alla circolazione delle auto che viene riconsegnato alla vita pedonale.
Proprio per il fatto che comprende numerose iniziative nate a diverse latitudini in modo spesso spontaneo, è difficile fissare una data di nascita dell’urbanistica tattica. Sicuramente, però, si tratta di un fenomeno recente e alcune iniziative come quella di Paris-Plages o le superillas di Barcellona sono state importanti fonti di ispirazione.
L’obiettivo, in senso ampio, è quello di creare spazi di passaggio e di socialità per le persone che in questo modo hanno la possibilità di vivere il territorio urbano in modo diverso: partecipe, sostenibile e realmente “smart”.