settembre 2022
Abbiamo iniziato con la pandemia, quando i mezzi pubblici si sono svuotati e continueremo, visto che tra crisi energetica e sensibilità ambientale, stanno cambiando i paradigmi di base delle nostre abitudini. Di cosa stiamo parlando? Di utilizzare la bicicletta. Non come vezzo domenicale o strumento occasionale, ma come mezzo di trasporto quotidiano e come esperienza diffusa di viaggio e turismo.
Un orizzonte immaginato in passato da soggetti spesso etichettati come “visionari”, ma che al contrario sta per diventare reale in tutto il Paese. Il Governo ha infatti approvato il Piano generale della mobilità ciclistica, un documento che definisce quello che sarà un nuovo modo di intendere la mobilità su due ruote, sicura e sostenibile. Un’azione corale, che vedrà il contributo di diversi attori – enti, associazioni, realtà produttive, esperti – e ha l’obiettivo di realizzare il Sistema nazionale della mobilità ciclistica.
Le risorse messe in campo per concretizzare questa svolta sono notevoli: si parla di 1.154 milioni di euro, suddivisi in 754 milioni di euro, dai vari provvedimenti di finanziamenti nazionali, e 400 milioni di euro, di nuovi finanziamenti resi disponibili nell'ambito del PNRR. Il Piano dovrà essere messo a punto entro il 2026.
Gli interventi sono moltissimi e abbracciano tutto l’ambito del trasporto su due ruote: si va dalla costruzione di 1.235 km di ciclovie turistiche e 565 km di piste ciclabili urbane e metropolitane, ad azioni per promuovere l’intermodalità (l’utilizzo combinato di bicicletta e mezzi pubblici), alla riduzione della velocità massima consentita a 30km/h nei centri urbani. Senza dimenticare gli investimenti in manutenzione straordinaria, digitalizzazione dei servizi di trasporto e mobilità e un utilizzo più equo e inclusivo dello spazio pubblico.
Una rivoluzione potenzialmente in grado di cambiare in positivo il modo di muoversi di un intero Paese. E quindi di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti.