maggio 2023

L’innovazione e il progresso tecnologico sono in grado di cambiare le nostre vite quotidiane in poco tempo e in maniera definitiva: ce ne siamo accorti con internet, con la domotica e con i pagamenti digitali, per citare gli elementi che più di tutti sono entrati – per restare – nella nostra routine. Però raramente ci capita di pensare alle innovazioni tecnologiche in termini etici e filosofici, fattori solitamente ben presenti nella testa di chi di queste innovazioni ne è l’artefice. È il caso dell’open source, dei software liberi, aperti, privi di password, condivisi e accessibili da tutti per essere utilizzati e migliorati.

 

La tecnologia open source nasce nel 1977 come un vero e proprio atto di ribellione di uno studente del MIT, Richard Stallman, contrario ai sistemi informatici ad accesso limitato, quindi all’utilizzo di password. Secondo Stallman dare la possibilità a tutti di lavorare su un software era non solo un vantaggio tecnico, ma anche e soprattutto un valore etico e morale. Stallman, in linea con il movimento della controcultura, molto presente negli Stati Uniti degli anni ’70, credeva che la collaborazione, più che la competizione fosse in grado di generare innovazione e vantaggi per l’intera società.

 

Quella dell’open source ha rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnica e culturale che ha influenzato moltissimi ambiti, non ultimo quello della mobilità sostenibile. È il caso della start-up Open Motors, che ha creato un’auto elettrica configurabile in modo personale. Open Motors, il cui CEO Tin Hang Liu è protagonista di uno degli episodi del podcast Rumors d’ambiente – Alla ricerca della sostenibilità, rende disponibili i propri disegni, creando di fatto uno standard che può essere utilizzato e migliorato da chiunque. Una storia dove l’innovazione si intreccia con l’etica, tutta da conoscere e da ascoltare.