febbraio 2022
Ottima domanda. Perché se è vero che ormai sono quasi più le azioni digitali che compiamo di quelle reali, è anche vero che il loro impatto in termini di emissioni è un dato che non prendiamo mai in considerazione, forse perché tutto quello che è immateriale ci sembra anche “indolore” sotto il profilo dell’inquinamento.
E invece no, l’impatto ambientale di tutte le nostre azioni digitali è consistente e in continua crescita. Il miglioramento della qualità delle reti internet, unito a un aumento delle prestazioni dei device elettronici, ha determinato un utilizzo sempre maggiore di queste tecnologie. La pandemia e la diffusione massiccia e in parte irreversibile dello smart working hanno fatto da ulteriore detonatore.
Qualche dato:
- Le emissioni derivanti da computer, dispositivi e infrastrutture digitali nel 2020 sono state pari al 3,7% del totale e dovrebbero arrivare all’8,5% nel 2025 (Report Lean ICT-Towards Digital Sobriety), cioè dopodomani.
- C’è poi la questione legata ai data center, che consumano dalle 10 alle 50 volte più energia a parità di superficie rispetto a un normale ufficio (fonte Il Sole 24 Ore). Stando alle stime dell’Agenzia internazionale per l’energia, queste strutture assorbono circa l’1% della domanda mondiale di energia.
- E ovviamente non possiamo trascurare l’impatto dei rifiuti elettronici, stimato in crescita a 74 milioni di tonnellate al 2030 (Global E-waste monitor 2020).
In generale, bisogna tenere presente che i device e la navigazione consumano energia per il funzionamento delle batterie, lo scambio dei dati e i data center.
Cosa fare, dunque? Al lavoro come a casa – anche perché le due dimensioni sono ormai sempre più sovrapponibili – è possibile contenere questo tipo di impatto a partire dai gesti più piccoli che diamo per scontati:
- Ormai siamo abituati a stampare solo se necessario. Iniziamo anche ad allegare solo se necessario e a scaricare quando serve davvero. Download e upload consumano.
- Preferiamo però i contenuti disponibili in download a quelli in streaming. Vale anche per la musica che ascoltiamo sui mezzi o nel tempo libero.
- Telecamere spente durante le call se non è indispensabile.
- Device spenti quando non vengono utilizzati.
- Teniamo il più possibile pulite le caselle mail e i dati salvati sul computer per alleggerire il carico in cloud. Cancelliamo il superfluo.
Prendere queste nuove abitudini funziona esattamente come, in passato, sembrava pionieristico tenersi una carta in tasca se non c’era un contenitore dei rifiuti nelle vicinanze o differenziare la spazzatura di casa: il gesto del singolo è praticamente ininfluente, ma i gesti di tanti singoli sono in grado di spostare gli equilibri.