dicembre 2022

 

Upcycling e recycling, pur essendo due concetti entrambi rilevanti nell’ambito della sostenibilità, sono diversi. Il recycling – il “nostro” riciclo – è il procedimento con cui alcuni oggetti di materiali come plastica, carta, vetro, metalli vengono recuperati e subiscono una serie di lavorazioni in grado di trasformarli in nuovi oggetti. Alcuni materiali, come la carta, la plastica o i tessuti, se riciclati, possono avere caratteristiche e performance inferiori rispetto ai corrispettivi “vergini”. Altri, come l’alluminino e il vetro, invece, sono considerati eterni perché, anche se riciclati più e più volte, restano sostanzialmente inalterati. Il riciclo, che presuppone un meccanismo di conversione dei materiali, ha bisogno di tecnologia, innovazione e ricerca scientifica per poter avvalersi di lavorazioni e prodotti sempre più efficienti.

 

L’upcycling – per il quale non esiste una traduzione letterale in italiano, si parla solitamente di “riciclo creativo” – è un procedimento di riutilizzo differente di un oggetto, che non prevede  che i materiali che lo compongono siano sottoposti a  particolari lavorazioni e conversioni. L’upcycling ha a che vedere più che altro con le idee di trasformazione e con la creatività. Un esempio sotto gli occhi di tutti? Le altalene realizzate con i copertoni delle automobili.

 

Riciclo e riutilizzo sono due dei tre capisaldi dell’economia circolare (il terzo è “reduce”, ovvero riduzione). Vale la pena di riflettere sul fatto che, fino a pochi anni fa, i prodotti usati o realizzati con materiali riciclati erano considerati meno pregiati. Adesso, che la produzione eccessiva di oggetti e il loro successivo smaltimento sono diventati una problematica reale, gli oggetti frutto di recycling o upcycling hanno un valore aggiunto. Quello della sostenibilità.