giugno 2022
Come si fa a calcolare l’impatto ambientale di un’azienda, ma anche di un individuo o di un prodotto? Calcolando la sua impronta di carbonio, o carbon footprint. Si tratta del dato più significativo che abbiamo a disposizione per determinare le ricadute ambientali che genera ogni attività umana sul surriscaldamento del pianeta.
Questo dato è in grado di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo, espresse in tonnellate di CO2 equivalente, attraverso dei parametri stabiliti a livello mondiale dall’Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, un organismo di emanazione delle Nazioni Unite.
Ma quali sono i gas serra che concorrono a determinare l’impronta di carbonio? Si tratta di diverse sostanze, stabilite nel 1997 durante i lavori del Protocollo di Kyoto: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido nitroso (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC), esafloruro di zolfo (SF6).
Perché è importante questo dato? La carbon footprint è un valore in grado di indirizzare le politiche di settore e di monitorare l’efficienza ambientale ed energetica delle varie strutture.
Conoscere la propria impronta di carbonio è utile anche in termini di pianificazione e ridurla è essenziale per contrastare lo sfruttamento eccessivo delle risorse.
Non solo, la carbon footprint ha un valore strategico per il business, dal momento che il contesto attuale premia i soggetti impegnati nella riduzione di questo parametro, quindi diventano essenziali, oltre alle azioni per ridurre o azzerare l’impronta, anche le attività per comunicare e condividere l’impegno verso questo obiettivo.