luglio 2024
Siamo abituati a considerare la salute delle persone un fatto individuale. L’esperienza globale della pandemia ci ha dimostrato che non è così, che il benessere dell’ambiente, degli animali e degli esseri umani sono tra loro correlati.
In realtà, un modo unitario di considerare la salute era già stato teorizzato in passato da alcuni esponenti della comunità scientifica internazionale. Nel 2004 è stato infatti organizzato a New York il convegno One world, one health da cui sono emersi i cosiddetti 12 principi di Manhattan che riconoscono i legami tra salute umana, animale e vegetale e sanciscono l’importanza della biodiversità. E non mancano i dati a sostegno di questa tesi: basti pensare che, tra le malattie emergenti, sei malattie infettive emergenti su dieci arrivano dagli animali, situazione favorita dall’aumento della popolazione e dal contatto stretto tra uomini e animali.
Secondo l’OMS, oltre il 25% delle malattie degli adulti e il 33% di quelle dei bambini sono dovute a cause ambientali evitabili e ogni anno sono 13 milioni le morti dovute a cause ambientali, di cui sette legate all’inquinamento dell’aria.
Ma l’approccio alla salute One health non si limita a suggerire pratiche strettamente sanitarie: trattandosi di un modo di intendere la salute unitario e globale, che integra varie discipline, valorizza il contributo dell’innovazione tecnologica al servizio delle persone. L’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati e la possibilità di condividerli in modo simultaneo e capillare giocano quindi un ruolo fondamentale nel rilevamento e nello studio di una serie di fenomeni, come la diffusione delle malattie, e l’individuazione di possibili terapie.
Alla salute è dedicato il terzo episodio del podcast di Repower, Rumors d’ambiente - Alla ricerca della sostenibilità, condotto da Filippo Solibello, disponibile gratuitamente sulle principali piattaforme audio.